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Erano gli anni 70 e la green generation sentì l’esigenza di istituire una giornata mondiale dedicata alla Terra.
Oggi ricade esattamente il 50esimo anniversario dell’Earth Day e il caso (non caso) vuole che siamo in lockdown per una pandemia. Per questo rifletteremo, oggi più che mai, e lo faremo nelle nostre case.

Noi iniziamo da qui…

È il 1990, Voyager 1 è a ben 6 miliardi di Km di distanza dalla Terra, e Carl Sagan convince la NASA a girare la fotocamera della sonda per restituire fotografia del nostro pianeta. Visto da lì non è altro che un granello di sabbia sospeso nell’avvolgente buio cosmico.

Davanti a quella sorprendente immagine dirà:

« […] Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa.
La Terra è l’unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c’è altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora.Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte.
Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.»

Adesso pensiamo a come poter prenderci cura di quel pallido pallido blu e indirettamente preserveremo anche la nostra permanenza, non ci sono più scuse e non ci sono alternative. Abbiamo tutto il tempo per farlo!