Ci siamo lamentati ogni anno per i preparativi al Natale, per la corsa ai regali, per l’ideazione del menù.
Ci siamo lamentati ogni anno perché non avevamo nessuna voglia di fare l’albero, di vedere la zia tornata dal nord, i figli dei cugini della cognata della mamma o la suocera. Quest’anno ci viene data la possibilità di non vedere nessuno e che facciamo? Ci lamentiamo lo stesso!
Non siamo mai contenti, la lagna è innata, è condizione umana. O forse quei rapporti sociali che non sono ormai più così scontati adesso ci mancano. E ci mancano proprio per questo, perché non più a discrezione del proprio desiderio e della propria volontà ma suggeriti e regolati, dosati pur di farci il meno male possibile.
Ma questa decelerazione non è per forza cosa negativa. I passi indietro permettono di guardare bene un’opera d’arte nella sua totalità. Facciamoli, ci apparirà più bella!
Siamo sempre tutti connessi, apprendiamo notizie in continuazione, iper sollecitati da immagini, post, stories, tweet. Dimentichiamo così che il cervello è una macchina lenta e tutta questa rincorsa ci procura angoscia.
E allora rallentiamo, assecondiamo la neurobiologia, non inseguiamo modelli di festa démodé, impariamo ad usare il paracadute che ci è stato dato.
Lasciamoci accompagnare lentamente, poggiamo i piedi per terra, accendiamo le lucine, apparecchiamo la tavola e festeggiamo questo Natale. Cerchiamo di abbandonare l’idea di farlo sembrare “normale”, perché non lo è: una cosa è certa, sarà singolare e ce ne ricorderemo.
Però potete sempre mangiare tanto, bere bene, e sgarrare con i dolci.
Abbracciatevi con gli occhi.
Buon Natale dalla Tenuta!