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Chi non conosce bene la cultura dell’EVOO di solito preferisce oli di oliva leggeri, dolciastri e con poco carattere, proprio come per chi assaggia il vino la prima volta. Questa non è una colpa, perché quello per i grandi oli e i grandi vini è un gusto acquisito nel tempo: è educazione, è cultura.

Però siamo stanchi di fare buon viso a cattivo gioco. C’è una cosa che ci da profondamente fastidio: mentre per il vino vengono giustamente riconosciute le varie fasce di qualità, nel mondo dell’olio la confusione nella comunicazione è tale che si riesce a comprare nientepopodimeno che un extravergine di oliva a 2,99 €. Cose da non crederci!

Invece, parlando con cognizione di causa dal punto di vista dei produttori di olio che coltivano i loro stessi ulivi, un olio di qualità deve costare almeno 8 € al litro. No, non è un’eresia, è matematica.

Partendo dal presupposto che per fare un litro di olio servono 9 Kg di olive, e considerando un prezzo delle olive di 0,88 €/Kg, senza scomodare Eulero, con una semplice moltiplicazione arriviamo a quasi 8 €. Tutti gli altri costi non sono qui conteggiati, ma abbiamo comunque stabilito una soglia minima lontanissima dai 2,99 €.

Noi per conoscenza ve li elenchiamo:

  • costi di manutenzione del terreno e delle piante (concimazione, trattamenti biologici, potatura)

  • costi di raccolta (nel nostro caso manuale)

  • costi di trasporto

  • costi di molitura

  • costi di imbottigliamento

  • costi di packaging

  • costi di certificazione (DOP, IGP, BIO)

  • tasse e imposte

Però davanti ad un prodotto il cui prezzo varia dai 3 e i 20 euro al litro, anche il consumatore più esperto risulterà disorientato e sarà capitato a chiunque di chiedersi come mai una così grande varietà di prezzi per lo stesso prodotto.

Bene la risposta è più semplice del previsto: non è lo stesso prodotto!

Noi proponiamo una rivoluzione, quella delle etichette. Perché, come non è possibile scrivere scrivere barolo su una bottiglia di vino da tavola, allo stesso modo non dovrebbe essere possibile scrivere extravergine su una bottiglia di olio ordinario.

Non abbiamo nessun risentimento contro oli di oliva ordinari, anche perché non sempre sono necessariamente oli cattivi, ma l’extravergine lasciatecelo dire: è un’altra cosa. Si tratta di un prodotto di categoria superiore proprio come un grand cru, e come tale dovrebbe essere comunicato e commercializzato.

Un vero extravergine è di quelli che quando metti il naso nel bicchiere senti l’odore delle olive appena frante; un vero extravergine è di quelli che ti scoppiano in bocca, come quando schiacci un’oliva tra i denti, senti subito la lingua amara e poi respiri e tossisci perché appena arriva in gola non c’è niente da fare, senti il piccante!

Purtroppo caratteristiche sensoriali e organolettiche non possono essere percepite da una bottiglia chiusa su uno scaffale e le leggi italiane non ci aiutano, perché ad oggi danno una definizione troppo larga di “olio extravergine di oliva”.

Per questo al consumatore rimane solo una strada, farsi guidare da una variabile in questo caso decisiva e determinante: il prezzo!